Fare marketing oggi significa pensare una strategia per posizionarsi sul mercato e successivamente implementarla attraverso gli strumenti a disposizione.
Oggi siamo immersi in una serie di possibilità molto più ampia rispetto a un tempo e cadere in confusione è più semplice che mai.
Proprio per questo motivo voglio mettere a tua disposizione una guida definitiva che ti possa guidare con semplicità nei meandri del marketing, anche se non sei un esperto.
Fare marketing oggi partendo dal posizionamento
Prima di cominciare a utilizzare qualunque strumento di marketing e decidere di investire anche un singolo euro in una qualsivoglia campagna, è mandatario definire il proprio posizionamento sul mercato.
Detto nel modo più semplice possibile, dobbiamo essere in grado di rispondere alla semplice domanda che esiste nella testa dei clienti:
“Perché dovrei scegliere di comprare da te, piuttosto che da qualunque altro concorrente o piuttosto che non comprare nulla.”.
La prima cosa da fare quindi è guardarsi intorno e cominciare un’analisi della nostra concorrenza.
Quali sono le caratteristiche più importanti dei nostri concorrenti? I tuoi concorrenti hanno qualcosa o fanno qualcosa per i loro clienti che li renda davvero unici, imbattibili e irresistibili? Qualcosa che davvero li faccia “saltar fuori” dal mucchio?
È molto improbabile. La maggior parte delle micro-piccole e medie aziende (in particolare in Italia) non fanno realmente nulla per distinguersi dalla concorrenza. Se questa per loro è una brutta notizia, è invece una notizia meravigliosa per te.
La maggior parte degli imprenditori si limita a copiare quello che vede fare dagli altri. Moltissime aziende sono un semplice copia-incolla dell’azienda nella quale hanno cominciato a lavorare e hanno appreso il lavoro.
Ti ritrovi immerso quindi in una massa di aziendine indifferenziate e tutte uguali che blaterano di “qualità al miglior prezzo”. È una situazione ideale per te per aggredire i concorrenti nell’enorme ventre molle che ti espongono così gentilmente.
Per fare marketing oggi, una delle tecniche più importanti che devi imparare è come differenziarti dalla concorrenza. La tua azienda deve essere completamente differente rispetto a tutto ciò che si trova nel tuo mercato particolare.
Che tu abbia un ristorante, un negozio di abbigliamento, che tu sia un libero professionista come un avvocato o un commercialista, che tu abbia un’azienda di produzione che rifornisce dettaglianti o che tu sia un consulente che lavora da solo devi possedere qualcosa nella mente dei clienti che ti renda davvero unico e speciale.
Quando i clienti entrano nel tuo negozio, nel tuo studio, nel tuo salone o showroom o ricevono la visita di uno dei tuoi venditori, devono avere immediatamente l’impressione di ricevere qualcosa che non potrebbero ricevere da nessuno dei tuoi concorrenti.
Ottenere cento vittorie su cento battaglie non è il massimo dell’abilità: vincere il nemico senza bisogno di combattere, quello è il trionfo massimo.
-Sun Tzu
Qual è la cosa più straordinaria e unica che la tua azienda o il tuo prodotto o il tuo servizio offrono al mercato o, per meglio dire, ai clienti?
In altre parole, qual è l’elemento particolare che pone la tua azienda, il tuo prodotto o il tuo servizio completamente su un altro pianeta rispetto a tutti i concorrenti?
Se sei indeciso e ti sta balenando nella mente una cosa tipo:
“Ma cosa pretendi, facciamo più o meno tutti le stesse cose. Là fuori è una guerra e i clienti ormai guardano solo ai prezzi e ai pagamenti più dilazionati possibile.”
È molto probabile che come la maggior parte dei micro e piccoli imprenditori tu non abbia un’idea definita e chiara del tuo posizionamento.
Il posizionamento riguarda la mente dei clienti. È quella cosa particolare che i clienti pensano tu faccia differentemente e – si spera – meglio di chiunque altro.
Ovviamente posizionandoti, devi restringere il tuo focus. Essere focalizzato non significa che tu debba vendere un solo prodotto o un singolo servizio necessariamente.
Essere focalizzato significa che c’è un’area di specializzazione nella quale eccelli rispetto alla concorrenza che tende naturalmente a fornire servizi generici e a “fare un po’ tutto per tutti”.
Essere focalizzato significa che c’è un qualcosa di particolare, molto gradito o addirittura fondamentale per una fetta sufficientemente grande di clientela sulla quale puoi puntare per entrare nella mente di quella categoria di persone.
Per posizionarti potremmo scegliere una specializzazione, magari rinunciando a prodotti o servizi non realmente essenziali, che vendi poco e sui quali hai poco margine.
È il caso ad esempio di SqualoNet, l’azienda italiana che ha letteralmente inventato la zanzariera plissettata, la quale dopo anni di eccessiva estensione della linea dei prodotti ha deciso di tornare a focalizzarsi solo su ciò che la rese famosa sin dalla fondazione.
Come risultato ha rinunciato a molti prodotti che aveva a catalogo, ha rinunciato a più di 500 clienti e ha raggiunto e superato in questo modo il record sia di fatturato che di utili, ottenendo risultati mai avuti anche “pre-crisi”.
Se focalizzarti restringendo la gamma dei prodotti ti fa troppa paura perché sei agli inizi e non hai ancora la giusta confidenza con il marketing come accade per la maggior parte degli imprenditori, puoi quantomeno concentrarti su alcuni aspetti del servizio:
- puoi fare marketing intorno al tuo eccezionale servizio post-vendita 24/7, mentre tutti gli altri concorrenti a malapena rispondo al telefono in orario di ufficio;
- puoi fare marketing intorno al tuo servizio di consegna super rapido;
- puoi fare marketing intorno al fatto che tu sia aperto 365 giorni all’anno come il ristorante Bounty a Rimini di Giuliano Lanzetti.
Le possibilità che hai per differenziarti sono realmente infinite.
È molto probabile che tu abbia già qualcosa di straordinario rispetto ai tuoi concorrenti, ma non lo stia affatto comunicando perché per te è “normale” che sia così.
Probabilmente sei così preso dal prendere spunto dai concorrenti che non ti rendi nemmeno conto di avere elementi straordinari nel tuo business, che semplicemente non metti a disposizione dei clienti con chiarezza.
Qualunque sia la tua differenziazione e il tuo posizionamento devi renderti conto che è la cosa di maggior valore che possa possedere un imprenditore. Sarà il vero e proprio motore che guiderà la tua azienda verso il successo.
Ricordati anche di non esagerare nella direzione opposta. Una volta capito che comunicare una differenziazione è fondamentale, potrebbe venirti voglia di comunicare tante differenziazioni al mercato.
Il problema, però, è che nella mente dei clienti c’è pochissimo spazio e se comunichi troppe cose non darai modo ai tuoi clienti di associarti a una chiara e unica idea differenziante.
Nel caso del posizionamento, non averlo è un suicidio ma vale sempre la regola che “il meno, è il più”.
Devi spiegare con chiarezza ai tuoi clienti l’unica grande ragione centrale affinché si rivolgano a te prima che a chiunque altro dei tuoi concorrenti.
Ora prenditi un momento per pensare a cosa ti stacca completamente da tutti i concorrenti e la ragione incontestabile per la quale qualcuno dovrebbe venire da te e non recarsi dalla concorrenza:
- Sei il bar in città con il maggior numero di maxischermi e l’impianto audio migliore nel quale gustarsi le partite e gli eventi sportivi la sera con gli amici mentre si beve e si fa casino?
- Sei il ristorante dove ogni sera c’è una forma di intrattenimento diversa ed è possibile trovarti sempre aperto?
- Sei un avvocato specializzato nel difendere i diritti dei padri nelle cause di divorzio con figli?
- Sei il negozio di abbigliamento che mi porta la roba a casa, me la fa provare facendomi pagare ciò che mi piace e restituendo ciò che non mi piace senza impegno?
Non dare nulla per scontato. Certo a volte differenziarsi dalla concorrenza significa anche fare uno sforzo in più rispetto al pigro modo di lavorare degli altri che si trascinano giorno dopo giorno.
Il tuo posizionamento può essere creato anche pensando al fattore tempo:
- Se sei un agente immobiliare, sei l’unico in città che vende casa ai propri clienti entro tre mesi oppure gliela vende gratuitamente o gli rimborsa 1000 euro per il tempo che gli ha fatto perdere?
- Se hai una palestra, sei l’unico ad avere un abbonamento particolare che permette ai membri del club di accedere alla palestra stessa 24/7?
- Se hai un negozio di elettrodomestici, sei l’unico ad estendere di tasca tua la garanzia su ciò che vendi a due anni mentre lo standard del settore è solo uno?
Forse il tuo posizionamento è legato a una qualità eccezionale del tuo prodotto:
- Vendi l’unica zanzariera con la rete che non si riempie di polvere e non si rovina con la pioggia e le intemperie perché ha il brevetto Idroscreen come la SqualoNet?
- Sei l’unica azienda di pulizie per uffici che usa prodotti e protocolli che azzerano completamente la carica batterica degli ambienti che tratti come ZeroBatteri?
- Sei l’unica azienda al mondo che vende nel lusso bagni e cucine di design direttamente dal produttore come RiFRA?
- Sei l’unica rivista per i consumatori non legata ad alcuna associazione o sindacato che conduce rigorosi test completamente trasparenti condotti da laboratori indipendenti come Il Salvagente?
Una volta che hai deciso il tuo posizionamento, devi darti da fare per inserirlo il più velocemente possibile nella testa delle persone. Non è qualcosa che debba rimanere nella tua testa o in quella dei tuoi responsabili marketing, semmai vi siano nella tua azienda.
Pensa al tuo posizionamento come al “superpotere” della tua azienda. Un superpotere che hai sempre tenuto nascosto al mondo sin dalla creazione della tua azienda e ora è il momento di rivelare.
Comincia a scriverlo ovunque, a comunicarlo ovunque e a ripeterlo ovunque. A partire dalle cose più ovvie come il sito, la carta intestata, i biglietti da visita, il tuo blog, le tue email, i gadget che regali ai clienti fino a incentrare i tuoi materiali di marketing – che siano campagne online o offline o entrambe le cose – sul tuo posizionamento.
Se hai venditori, il loro primo compito dovrebbe essere sempre quello di comunicare il vostro posizionamento, sia nel telemarketing che durante le trattative di vendita.
Più possiedi un prodotto o un servizio che sia incomparabile sul mercato, più il tuo successo diventa praticamente certo.
Soprattutto, quando non esiste nulla come te nel mercato, tu puoi scegliere il tuo prezzo e dettare il tuo prezzo ai clienti perché sarai in grado di creare una percezione di valore estremamente alta nella mente dei clienti.
Diventerai imbattibile e irresistibile per necessità: i tuoi concorrenti non saranno in grado di offrire quello che offri tu e i tuoi clienti non potranno trovare altrove quello che tu offri e saranno “costretti” a rivolgersi a te.
L’unica attenzione che devi porre nella creazione del tuo posizionamento è evitare i dieci comandamenti del marketing demoniaco che sono il parlare di:
- qualità;
- servizio;
- orientamento al cliente;
- tutto per tutti;
- prezzi modici;
- cortesia;
- rapporto qualità/prezzo;
- azienda leader;
- azienda giovane e dinamica;
- da trent’anni al vostro servizio.
Se riuscirai a tenerti alla larga da queste parole mentre crei il tuo posizionamento, il tuo successo è assicurato.
Fare marketing oggi usando i tuoi clienti attivi
Qual è il modo più veloce di far crescere un’azienda? Contrariamente a quello che credi la risposta non è quella di mandare fuori i venditori a fare nuovi clienti.
Se certamente essere in cerca di nuova clientela è una cosa da perseguire continuamente e con scientifica precisione, la risorsa più importante per far crescere la tua azienda ce l’hai decisamente sotto al naso e sono i clienti che hai già.
I tuoi clienti attivi sono una sorgente incredibile di affari, fatturato e utili per la tua azienda. I clienti attivi sono una risorsa incredibile che va spremuta e rispremuta di continuo, nel senso positivo del termine ovviamente e sempre nel loro migliore interesse come ti mostrerò tra un attimo.
Tra le altre cose, lo sforzo e i costi per ricavare nuove vendite e fatturato dai clienti attuali è estremamente minore rispetto al buttarsi a caccia di nuovi clienti.
Eppure, la maggior parte degli imprenditori evita di comunicare con i propri già clienti come la peste. Questo deriva spesso dalla reazione sciocca che si ha per il fatto che quando è un cliente a chiamarti quasi sempre lo fa perché ha un problema.
Il “metodo italiano” per fare business è legato alla filosofia:
“Quando ha pagato non è più un cliente, non è più un problema mio.
Ci servono altri clienti.”.
Il livello italiano “extreme” è rappresentato dai liguri, che vorrebbero che i clienti pagassero prima e addirittura non si presentassero (in albergo o al ristorante ad esempio).
Il cliente per l’imprenditore italiano deve pagare e sparire, o almeno deve sparire fino al prossimo ordine, momento nel quale dovrà pagarci di nuovo.
Se è vero che c’è un po’ di ironia dietro queste parole, è anche vero che vi si nasconde un fondo di verità che dovrebbe farci riflettere molto se vogliamo imparare a fare marketing oggi.
Se la maggior parte degli imprenditori passa davanti alla vena d’oro senza accorgersene come un cercatore scarsissimo, tu non puoi permetterti di fare lo stesso errore.
I clienti che abbiamo già sono l’asset più importante della nostra azienda.
Sono una sorta di bancomat a tutti gli effetti al quale puoi rivolgerti per prelevare denaro velocemente e in modo facile, semplicemente sforzandoti di creare più opportunità per loro di comprare da te e più opportunità di comprare con maggiore frequenza.
Tre modi per aumentare velocemente gli affari grazie ai tuoi già clienti
1. Offri ai tuoi già clienti una serie di opportunità speciali di comprare da te in anteprima.
Ad esempio se tu avessi un negozio di vestiti potresti dire a un cliente:
“Signor Bianchi, sono certo le faccia piacere sapere che venerdì prossimo terremo una presentazione a porte chiuse solo per clienti speciali della nostra nuova collezione maschile. Ha molti pezzi estremamente interessanti che metteremo in vendita al grande pubblico con un lancio solo da lunedì prossimo. Dato che sono certo che potrebbe trovare qualcosa di suo gusto e magari vorrebbe averlo in anteprima, evitando che vada esaurito o in riordino dopo il lancio, mi farebbe piacere averla come ospite per un aperitivo esclusivo a partire dalle ore…”
Bianchi in questo modo si sente importante, ha ricevuto un invito in anteprima per un evento speciale a porte chiuse ed è più portato a venire a farti visita venerdì e con molta probabilità anche a comprare qualcosa.
Se hai un CRM che ha tracciato le abitudini di acquisto di Bianchi potresti essere ancora più specifico su cosa potrebbe trovare di suo gusto durante l’evento speciale. Sempre grazie al CRM, se hai uno spazio limitato per l’evento, puoi invitare le persone che compreranno con più probabilità durante l’evento stesso.
2. Offri ai tuoi già clienti qualcos’altro di speciale a un prezzo speciale OGNI volta che comprano qualcosa.
Ho già parlato in questo articolo dell’importanza di upsellare e fare cross-selling ogni volta sui clienti, ma è una pratica ancora più importante se parliamo di già clienti. Non puoi più lavorare come negli anni ’80.
Non si può più aprire la bottega la mattina e sperare che la gente entri, che arrivino i fax con gli ordini dei clienti e che i telefoni squillino da soli. È necessario che tu conosca i tuoi numeri ed è necessario che tu sappia due cose:
- hai già sostenuto i costi per acquisire quei clienti, quindi non c’è bisogno di vendergli a prezzo pieno ogni cosa;
- offrire l’opportunità di acquistare qualcosa a condizioni speciali sarà sempre un costo molto minore che perdere quel cliente e doverne fare uno nuovo.
3. Informa i tuoi già clienti di sconti speciali o offerte speciali o prodotti a tiratura limitata che si applicano esclusivamente a loro.
Puoi organizzare tutto l’anno lanci di prodotti e metterne a conoscenza prima i tuoi clienti più importanti, fedeli, ricorrenti. È una delle pratiche fondamentali sulle quali baso ogni mio singolo business e ovviamente funziona alla grande.
Puoi organizzare addirittura eventi speciali con un minimo di fantasia per “condire” la vendita di ciò che proponi di speciale.
Pensa a Starbucks che propone prodotti da 2$ come il caffè e prodotti da 2000$ come la macchinetta brandizzata da loro per farti il caffè a casa. Un minicorso “in-store” venduto come un evento speciale su “Come fare a casa un perfetto Cappuccino in stile Starbucks” e quelle macchinettine vanno via come il pane.
Pensa al Dott. Marco Chiellini che con il suo originale studio dentistico per il sorriso femminile, realizza sorrisi in armonia con il viso delle sue pazienti e a fine trattamento regala uno shooting fotografico con fotografo professionista, incluso di trucco e parrucco e, in occasioni speciali, anche giornate in SPA di lusso.
Più fai sentire speciali i tuoi clienti, più è probabile che vogliano continuare a fare business con te, che vogliano continuare a comprare da te e che vogliano portarti nuovi clienti sotto forma di referral.
Fare marketing oggi “tenendo aperto”.
Uno dei modi più sottovalutati dagli imprenditori italiani per fare marketing è il semplice “tenere aperto”. Ci sono mille motivazioni più o meno intelligenti o più o meno stupide per non tenere aperta la propria azienda 24/7 ma sono di fondo tutte sbagliate (a meno che tu non sia un sindacalista o tu non abbia nessuna idea di come si faccia marketing).
Il ristorante Bounty da anni non chiude mai, lavora 365 giorni all’anno in una località dove i suoi concorrenti cominciano a chiudere ad ottobre per riaprire ad aprile.
Qualunque tipo di attività tu abbia devi imparare a tenere aperto quando i tuoi clienti vogliono e possono comprare.
Si parte dalle cose più stupide, come tenere aperto in pausa pranzo e dopo le 18:00, proprio perché le persone che lavorano hanno tempo per fare acquisti… indovina un po’?
Proprio in quelle fasce orarie dove tu vuoi andare a mangiare o dove non risponde più nessuno perché la tua segretaria ha appoggiato la penna ed è andata a casa.
Se voglio comprare un’auto, tu il salone lo devi tenere aperto di domenica e non chiudere perché: “È domenica anche per me, oh!”.
Non puoi chiudere un mese per agosto come si faceva ai tempi di Fantozzi caricando sul tetto della Bianchina la panara con le pinne, il fucile, la teglia di milanzani cu parmiggian’, il pane e la mortadella e andartene chiudendo tutto per settimane.
Non puoi andare in ferie e chiudere tutto dalla vigilia di Natale sino al 9 di gennaio. Non è possibile. Non è possibile soprattutto se poi il 10 riapri e ti lamenti della “crisi” dopo essere stato chiuso per settimane (periodo nel quale la gente era a casa pronta a comprare).
A me non interessa che convinzioni tu abbia, che scuse tu ti sia raccontato, che convinzioni “politiche” o di “giustizia sociale” tu abbia in testa. Io ti parlo dal punto di vista del marketing e fine. E se vuoi prosperare con la tua azienda, tu devi tenere aperto 365 giorni l’anno 24/7.
Ora chiariamoci, questo non significa che ogni attività debba realmente stare aperta 365 giorni l’anno. Significa che almeno tu non debba spegnere MAI tre cose:
- il servizio assistenza clienti;
- il reparto commerciale per vendere a chi vuole comprare;
- il marketing inteso come sistemi automatici di acquisizione nuovi clienti.
Se poi sei un piccolo esercente con un’attività aperta al pubblico, fai anche lo sforzo di tenere aperto fisicamente il tuo bar, il tuo ristorante, il tuo negozio ecc.
Ora fammi essere molto chiaro e cristallino su questo punto:
Le persone vanno in ferie, le aziende NO.
Questo significa che ovviamente, organizzandosi per tempo, tutti gli elementi di un’azienda e tu compreso abbiate diritto a tutti i giorni di ferie o vacanza che dir si voglia. Ci mancherebbe.
Il punto è che devi organizzare l’azienda in modo che ci sia sempre qualcuno a turno che tenga aperto.
Se poi pensi di essere ancora ai tempi di cumbari Peppiniell’ quando si portava la vacca a la chiazz’ e tutti tagliavano felici u’ panettone e stappavano il Cinzano da 4 euro allora molto probabilmente fare impresa oggi non è uno sport per te. Tutto lì.
È uno sport per persone con sogni più grandi, con ambizioni più grandi, con voglia di lavorare più grande e con scuse molto ma molto più piccole.
Perché è fondamentale tenere aperto per fare marketing oggi
I motivi per i quali “tenere aperto” è fondamentale sono svariati ma i tre più importanti te li riassumo qui sotto:
- Tenere aperto ti permette di fare nuovi clienti, strappandoli alla concorrenza che invece sta chiusa, gratis. Semplicemente tenendo aperto;
- Tenere aperto ti permette di creare relazione con i tuoi già clienti, migliorare la relazione con loro, fidelizzarli e incrementare il lifetime value (valore per ciclo di vita) del cliente stesso;
- Tenere aperto ti permette di NON perdere clienti a favore della concorrenza che invece tiene aperto (indovina un po’?) proprio per strapparti clienti e farti chiudere.
Provo a spiegartela con le buone: gli americani non sono per nulla della filosofia italiana del “diritto alle ferie” e del “lavorare poco, lavorare tutti senza rompersi le scatole”.
Anzi, sono proprio tutto il contrario.
Starbucks a Natale tiene aperto (così come in tutti i giorni dell’anno). Se quel giorno il tuo bar sarà chiuso, Starbucks ti porterà via i clienti semplicemente perché starà aperto.
Poi fidelizzerà i clienti con offerte speciali, tessere sconto ecc. e quei clienti tu li avrai persi per sempre.
Il mondo è cambiato.
Nei MacDonald’s di mezza Italia il 24 Dicembre sera alle 21:00 c’era la fila di persone. Solo perché i vari gestori di bar, pub, paninoteche all’italiana pensano ancora di essere ai tempi di Mazinga e di Craxi che stampava la money per tutti, che rubava, lui sì, ma almeno mangiavamo tutti… e che: “La gente la vigilia sta in casa a fare il cenoneh!!1!! Chi vuoi che venga???”.
Tutti i miei studenti con attività commerciali che hanno programmato aperture durante le feste hanno fatto il pienone (come è normale che sia, non perché siano miei studenti, non serve una laurea per tenere aperto, eh) e hanno fatto incassi da paura. Ma non è nemmeno quello il punto…
L’importanza di programmare le aperture
Uno degli errori tipici degli imprenditori italiani è fare le cose senza criterio in particolare quando parliamo di fare marketing oggi.
Ad esempio, potrebbe capitarti di pensare di “tenere aperta” la tua attività sull’onda dell’entusiasmo o come “prova” per poi vedere che non hai incassato nulla o non si è presentato nessuno e i tuoi sforzi si sono rivelati vani.
Cerchiamo di mettere quindi in ordine le cose: se vuoi cominciare a tenere aperto in orari particolari, in giorni particolari, durante le feste ecc. devi comunicarlo.
In gergo tecnico si dice “lancio”, cioè devi cominciare a comunicare ai tuoi clienti potenziali e attivi che quel giorno, in quella fascia oraria sarai aperto perché altrimenti loro non potranno saperlo.
L’errore tipico dell’imprenditore italiano è la strategia nota come “aprire e sperare”. Solo che i clienti non si aspettano che tu sia aperto (a meno che appunto non lo sappiano da anni che tu sei “quello che è sempre aperto”) e quindi non verranno.
Se c’è una catena americana in città come Starbucks o McDonald’s la gente “sa” per intuito che sono sempre aperti e ci va. Con te che sei italiano, danno per scontato che tu sia a casa a tagliare il panettone e non vengono.
Se è la prima volta che provi a tenere aperta la tua caffetteria, il tuo pub, il tuo ristorante, il tuo negozio, il tuo salone, il tuo centro per il giorno di Natale per fare un esempio, non puoi farlo “di sorpresa”.
È un’attività che devi cominciare a comunicare non giorni, non settimane ma mesi prima. Se apri a Natale devi cominciare a comunicarlo da ottobre ai tuoi potenziali clienti.
Devi cominciare a metterlo in evidenza sul tuo sito, sul tuo blog, sulla tua app se ne hai una, devi dirlo in ogni telefonata, a ogni cliente che entra, devi scriverlo sugli scontrini e sulle fatture, lo devi scrivere sulle buste, sui bigliettini, ovunque.
Stessa cosa se hai la brillante idea di smetterla di chiudere da mezzogiorno alle tre di pomeriggio. Devi comunicarlo. Non puoi semplicemente sperare che la gente “passi di lì” e si fermi.
Se apri e la gente non viene, non prendertela con la crisi, con i clienti ma soprattutto non uscirtene con: “Eh ma in Italia è diverso”.
Prenditela in maniera intelligente con chi cura (o meglio NON cura) il marketing e i lanci per la tua attività. Tutto qui.
Fare marketing oggi per il lifetime-value, non per l’incasso
Un altro concetto estremamente importante per gli imprenditori è comprendere la differenza che passa tra fare una vendita o meglio “quanto ho incassato” in una data giornata e il lifetime value del cliente acquisito.
Il lifetime value puoi calcolarlo ovviamente dopo aver raccolto una serie di dati attendibili per un periodo di tempo sufficiente.
Il modo corretto di approcciare una nuova attività è quello di partire da un altro dato, cioè il costo di acquisizione cliente.
Cioè quanto ti costa immettere nel tuo funnel non un lead generico di nome “Mario”, ma uno che sia “Mario che paga” (tendenzialmente un prodotto di front end).
Ancora a ritroso quindi la tua azienda dovrebbe ideare un front end o prodotto esca o prodotto civetta che dir si voglia, con l’idea di andare almeno in pari cioè a breakeven con il costo di acquisizione cliente.
Questo perché all’inizio non hai dati, non hai proiezioni e non hai fondi per sostenere la tua attività in maniera più aggressiva.
Quando avrai avviato l’attività, avrai calcolato questi dati, avrai visto quanto “back end” ti comprano e per quanto tempo allora avrai anche proiezioni che ti permetteranno di creare offerte sempre più aggressive (anche in perdita) in funzione di un controllo comunque dei tuoi flussi di cassa.
Quindi il tuo primo problema dovrebbe essere quello di creare una campagna self liquidating, cioè fare in modo di avere un front end poco costoso per te ma con ampio valore percepito per il cliente (e quindi con ottimo margine) che ti paghi l’acquisizione del cliente stesso.
Una volta che sei riuscito a calcolare però il lifetime value medio dei tuoi clienti, sei a cavallo. Prima di tutto perché puoi calcolare con maggiore prudenza quanto puoi permetterti di spendere per fare marketing oggi e “comprarti” un cliente.
Secondariamente perché sai che se ad esempio il giorno di Natale hai aperto, hai incassato anche magari meno per mille motivi di un giorno “normale” ma hai acquisito una percentuale alta di nuovi clienti, allora sei certo che la tua apertura sia stata un successo.
L’importanza di “schedare” i clienti
Il concetto di Lifetime Value è il punto. In realtà se il mio negozio fa una media di ricorrenti di 4000 euro al giorno, è possibile che il giorno che fa solo 1000 euro apparentemente vada in perdita. La realtà è che se sono clienti nuovi strappati alla concorrenza, quel giorno di apertura stia portando una valangata di soldi alla mia attività.
4000 euro dai soliti clienti valgono MENO di un giorno “in perdita” con 1000 euro di clienti totalmente nuovi che magari sono 100 e valgono ognuno 5-600 euro base anno.
Ovviamente per fare marketing in questo modo oggi è necessario tenere traccia dei propri clienti, cioè sapere su quanti clienti entrano, quanti sono ricorrenti e quanti sono nuovi.
Le grandi catene usano le “tessere fedeltà” da una vita, non solo per fidelizzare meglio i clienti ma anche per tenere traccia delle loro abitudini di acquisto e sapere appunto quanti clienti sono nuovi e quanti ricorrenti.
Sono passati i tempi nei quali qualunque cosa legata al marketing fosse considerata “un’americanata”.
La stessa catena autogrill ha lanciato la campagna per la tessera My Autogrill con la quale ti regala un caffè purché tu ti registri e ti faccia “schedare” tra i loro clienti.
Per ogni imprenditore è assolutamente necessario schedare i propri clienti per fare marketing oggi. Devi sapere se il cliente che stai servendo è un cliente nuovo, è un cliente ricorrente, è un cliente che non comprava da tempo da te e magari una tua campagna lo ha “riattivato”.
Se non hai i clienti schedati, che tu possa farlo con un CRM nel caso di un’azienda o ti servano anche “tessere” o app nel caso di esercenti al pubblico, il risultato non cambia. Non riuscirai a fare marketing a pieno potenziale né potrai realmente calcolare come sta andando la tua azienda.
Questo perché le tue proiezioni si baseranno su dati sbagliati.
Analisi da università anni ’70, come “l’incassato del giorno” o della settimana o del mese, quando ancora questo era l’unico parametro disponibile dato che a malapena c’era il telefono in tutte le case e la tecnologia ancora non ci aveva dato la televisione a colori. Il mondo è cambiato.
Fare marketing oggi riattivando clienti “fermi”
Certamente il miglior asset della tua azienda sono i clienti attivi, su questo non ci sono dubbi. Nella scala di importanza però i clienti “fermi” sono secondi e non con troppa distanza.
I clienti fermi o inattivi sono clienti che hanno comprato qualcosa da te e hanno smesso di farlo per qualche ragione. Gli imprenditori italiani già odiano parlare con i clienti attivi, figuriamoci con quelli inattivi ma proprio qui sta il punto.
Per quanto uno possa pensare al mercato come a qualcosa di infinito – e potenzialmente in maniera filosofica lo è – se uno continua a bruciare clienti o regalarli alla concorrenza senza fare nulla, prima o poi si ritrova nelle secche.
Partiamo dall’elefante nella stanza: la stragrande maggioranza delle aziende non sa nemmeno di avere clienti inattivi, non li traccia e non li ha “schedati” in nessun modo.
Gli imprenditori come gli esercenti o i liberi professionisti italiani si limitano spesso ad azioni quali:
- aprire la serranda;
- mandare in giro qualche venditore a bruciar gasolio;
- aspettare e sperare.
È abbastanza difficile con questo atteggiamento “uscire dalla crisi”, qualunque cosa questa parola voglia significare.
Ma facciamo finta per un attimo che invece che limitarti a fare fatture o a battere scontrini, ogni cliente che sia mai entrato in contatto con il tuo studio, la tua azienda, il tuo negozio, il tuo centro, il tuo ristorante ecc. sia stato sapientemente schedato.
E che tu sappia cosa ha comprato, quando, da quanto tempo non compra ecc. dati che sembrano magari eccezionali per qualcuno ma che significano semplicemente non essere più l’imprenditore zulù che fa la danza della pioggia e ha l’anello d’osso sacro al naso.
Tornando a noi, questi clienti inattivi hanno smesso di comprare per mille motivi.
Alcune volte sono accadute alcune cose nella loro vita oppure non sono rimasti completamente soddisfatti della relazione con la tua azienda.
Magari hai consegnato la merce in ritardo l’ultima volta, la tua segretaria è stata scortese, non li hai accolti nel tuo locale perché “ormai stiamo chiudendo” ecc. Insomma una tra le mille di quelle piccole “disattenzioni” che possono capitare quando si lavora e alla quale non hai reagito in tempo reale nella maniera corretta. È normale, capita a te, a me a tutti e ti ricapiterà in futuro.
In ogni caso non vi è nessun reale motivo del perché questi clienti non possano essere riconquistati e non ti possa tornare a farli acquistare da noi.
Focalizzarsi sui clienti inattivi (inattivi, bada bene, non “persi”) è uno dei grandi segreti che può lanciare la tua azienda verso l’alto in un battito di ciglia e portarla ad ottenere risultati mai visti prima.
Lo sforzo che dovrai fare per riconnetterti con questi clienti spesso sarà importante ma ne varrà sempre e comunque la pena e non te ne pentirai mai.
Ti accorgerai infatti che campagne mirate a riattivare vecchi clienti saranno molto più profittevoli, economiche ed efficaci che campagne orientate a conquistare nuovi clienti.
Molti dei clienti inattivi in realtà stanno semplicemente aspettando un segnale da parte tua per tornare a comprare da te.
È una tua responsabilità riconnetterti con queste pecorelle smarrite. Tocca a te andarli a trovare, mandare un tuo venditore, chiamarli ecc.
Quando li ricontatterai dovrai semplicemente dire loro la verità: che è un po’ di tempo che non comprano da te e sei sinceramente preoccupato per questo.
Chiedigli la vera ragione per la quale non state facendo più affari insieme, non stanno più venendo in negozio, nel salone ecc.
Se tutto si è fermato per un’esperienza spiacevole in passato, un tuo venditore che li ha trattati in modo brusco, una consegna che non è arrivata in tempo, un prodotto che non ha soddisfatto al 100% le aspettative, una richiesta di aiuto rimasta inevasa ecc.
Con un approccio onesto e sincero stai dando ai tuoi clienti inattivi la possibilità di aprirsi nei tuoi confronti, mostrandoti pronto ad ascoltare e accettare le critiche. Dai anche loro la possibilità di sfogarsi e di scaricare la frustrazione passata, potendo finalmente creare in moltissimi casi un nuovo rapporto.
Se i rapporti con i clienti nella tua azienda li tengono i venditori, è molto improbabile che un problema causato da un venditore possa essere rimediato dal venditore stesso (che in qualche modo sarà sempre convinto di “avere ragione” per come si è comportato in passato).
È quindi necessario che tu istituisca un vero e proprio “reparto riattivazione clienti” fatto da persone completamente nuove e che non hanno avuto relazioni prima con i clienti. Una sorta di “ufficio qualità” che si preoccupa di riattivare i clienti laddove si siano fermati per causa nostra.
L’SMS speciale che riattiva i tuoi clienti
Laddove non sia possibile contattare singolarmente ogni cliente, andrà bene anche una lettera cartacea di riattivazione, una email laddove non si disponga dell’indirizzo fisico del cliente o un SMS.
Ad esempio, un semplice SMS di nove parole si è rivelato utilissimo per i miei studenti nel riattivare una mole enorme di clienti e te lo passo qui:
“Ti stavo pensando in questi giorni. È tutto ok?”
Ovviamente adattalo con il “Lei” o con il “tu” a seconda del tipo di business, di cultura e di relazione che hai con la tua clientela.
Non c’è nulla di più forte di: “Ti stavo pensando in questi giorni. È tutto ok?” per far “stappare” letteralmente i tuoi clienti inattivi e scatenare una reazione in loro.
Una reazione magari alcune volte anche “violenta” se il rapporto si è concluso causa frustrazione non gestita ma che se ben gestita ti porterà a riattivarli e a creare nuovamente una relazione basata sulla fiducia e sulla reciproca soddisfazione.
Ecco, fare marketing oggi significa prendersi cura innanzitutto di questi aspetti prima di lanciarsi in campagne di “acquisizione clienti”.
È perfettamente inutile infatti cercare clienti nuovi quando si possono servire meglio i clienti già attivi, riattivare clienti inattivi e soprattutto smetterla di perdere clienti in generale.
Prima di cercare di capire come buttare nuova acqua nel secchio bisognerebbe comprendere che il secchio vada prima riparato dai buchi che già ci sono e che fanno uscire inutilmente acqua.
Rock ‘n’ Roll
Frank
Caro Frank sto cercando una persona “formata” secondo la tua visione a lavorare nella mia azienda, puoi mettermi in contatto? La metto a percentuale sull’incremento di fatturato. Un abbraccio Roberto
Ciao Roberto,
nessuno è interessato a lavorare nell’azienda di qualcuno che non sia formato da me, è questo il punto.
Stia prendendo la cosa dal lato sbagliato. Cioè vuoi “la pappa pronta” senza sbatterti. Non funziona così.
Un imprenditore è un esperto di marketing che in più sa leggere un bilancio. Non quello che “capisce del prodotto” o “si smazza la gestione dell’azienda”.
Nel mio mondo, “Planet Frank”, i miei studenti non vanno a lavorare mai per persone che vogliano usarli e soprattutto che non siano realmente orientati in prima persona a crescere come esperti di marketing.
La “pappa pronta” porta solo a continue delusioni e litigi.
Se vuoi entrare in contatto con persone del mio ambiente, frequenta i corsi, mostrati aperto e con voglia di imparare e disponibile a capire come si gestisce davvero il marketing di un’azienda.
La strategia “Vieni e se produci ti pago” è una bella cosa. Ma si chiama anche “provare a fare il gay con il didietro degli altri”. Combatto questo atteggiamento da anni.
Mettiti in gioco tu, mettiti in discussione e i talenti verranno da te.
Buon lavoro.
Molto interessante, Frank! Ma il mio settore è differente… Seriamente, alcune cose nel mio settore sono davvero di difficile applicazione. Io mi occupo di fisioterapia e contattare i clienti viene percepito da loro come un augurio di mala salute… Non propriamente un ottimo viatico per riattivare vecchi clienti che magari stanno benone e non mi vengono a trovare per quello! Per il resto, a Natale e ad agosto già da alcuni anni sto seguendo il tuo consiglio e non chiudo più lo studio ma mi faccio sostituire. Comunque, sempre interessanti i tuoi articoli!
Il tuo settore non è affatto differente Andrea. E’ che tu non sai fare marketing, fine 🙂 Poi se vuoi che ti racconto le bugie per farti contento e non sentirti offeso dalla verità ti racconto anche le bugie. Ma la realtà è solo che tu sai “massaggiare” ma non fare marketing. Non hai proprio idea di quello che dici, te lo dico con candore e con affetto.
Quando un giorno, come molti tuoi colleghi di successo, vorrai cominciare a frequentare qualche corso e imparare davvero a fare marketing, allora otterrai risultati che non credevi possibili.
Altrimenti è vero, il tuo settore è diverso. Soprattutto nel tuo studio (in quello degli altri che si stanno svegliando fuori magari è meno diverso).
Buon anno 🙂
Beh, Frank, io il tuo libro l’ho comprato ( e letto), al tuo incontro di Bologna c’ero. Diciamo che ci sto provando! Qualcosa l’ho già applicato e non funziona male. Quello che volevo dire è che ALCUNE COSE non sono facili da applicare nel mio settore perché rischiano di ritorcersi contro di te. La frase “il mio settore è differente” l’ho usata apposta per scherzare, visto che so che ti fa incazzare. Avevo messo delle faccine infatti ma no sono apparse nel messaggio. Grazie comunque della risposta, io continuo a studiare il tuo libro e i tuoi articoli. Buon lavoro e… Forza Sasol!
Andrea te lo ripeto, alcune cose non sono facili semplicemente perchè “non sai come fare”. Non esistono cose facili o difficili nel marketing. Esistono cose che sai fare e cose che non sai fare. Fine. Quando studierai marketing sul serio (bene aver letto il libro, seguire il blog e venire ai tour… è un buon inizio) i tuoi dubbi scopariranno.
Buon anno e sempre forza Sasòl!
Ti stavo pensando in questo giorni = prossimo oggetto mail di almeno 3-400 newsletter in Italia.
Be like Frank
Daghe!
Bella Frank [mi ci devo abituare a chiamarti così …]
è tutto molto simile alla tecnica del Bonsai.
Se vuoi imparare a fare i Bonsai puoi comprartene uno già fatto, ma non ne puoi capire il grande valore e sicuramente lo farai morire.
Oppure ti compri un prebonsai, una pianta ancora grezza che con le giuste lavorazioni di modellatura può diventare un bonsai, ma il problema è che non ti puoi improvvisare maestro di taglio, e allora poi ti fai harakiri ogni volta che lo farai morire, perchè il prebonsai costa!
Non ti resta che coltivarti un TUO albero; usando i semi o le potature dei già bonsai.
Ci vorrà tempo prima che la pianta possa essere educata a bonsai, quindi diventa fondamentale l’atteggiamento che mantieni nel continuare ad affinare il taglio, ma anche il bagaglio che ti porti dietro dagli errori superati, dai rami che ti sei fottuto.
Alla fine devi imparare a tagliare i rami: se due rami partono alla stessa altezza della pianta, devi tenerne solo uno ( considera il tuo progetto per scegliere quale ramo conservare)
• Devi eliminare i rami con curve e forme innaturali
• Devi eliminare i rami sproporzionatamente spessi dalla cima della pianta
Pazienza , occhio e decisione.
Buon 2017 ricco di nuovi giardini di bonsai 🙂
Non ho mai coltivato un bonsai ma mi fido sulla parola!
Buon anno!
Neppure io , ma ho iniziato a coltivare la pazienza 😉
Qui non si tratta di fare il business usando il culo degli altri ma si tratta, secondo me, di fare presto e bene ed essere pronto a fare i tuoi corsi è possibile ma sono lontani nel tempo e quindi uno chiede cosa si può fare per arginare al momento poi si faranno i corsi e tutto quello che c’è da fare. Inoltre ci sono momenti nella vita in cui vengono a mancare anche le mutande. Nessuno vuole nulla gratis ma se si può ottenere un aiutino credo non guasti. Buon lavoro e buon anno. Buona Vita. Valentino.
Mi sono espresso male evidentemente. Il mio scopo è aiutarti che significa anche farti risparmiare tempo e farne risparmiare di conseguenza ai miei studenti.
Nessuno verrà ad aiutarti a tirare fuori l’azienda dalle secche. E non perché il mondo è brutto e cattivo, ma perché evidentemente chi studia ha di continuo opportunità maggiori e più in linea con ciò che ha studiato.
Devi renderti conto che se non sei un mio studente e magari hai pure portato l’azienda in difficoltà economiche e vuoi pagare “a incremento di risultati” non stai presentando la tua azienda nel migliore dei modi.
Poi magari ci sono modi più gentili e carini di dirtelo, mi scuso e me ne rendo conto.
Ciò detto, le cose però anche se vogliamo girarci intorno, stanno così.
Come sempre un grande articolo che insegna tanto e spesso più di tanti libroni!
Sai… leggendo lo slogan di Posta Power mi sono venute in mente alcune considerazioni che facevo anni fa su come il lettore medio non capisce certe cose e si confonde facilmente perchè non è abituato a leggere, perchè non è attento e interpreta a modo suo oppure, perchè quando vocalizza della sua mente non sa mettere le pause, ecc..
Morale mi sono convinto che quando si scrive qualcosa che riguarda delle alternative o delle conseguenze (proprio come nel caso) è sempre meglio usare la parolina “oppure” invece che la congiunzione “o”. Non so perchè ma a parità di copy risulta più chiaro così:
<>
Sinceramente non sono un esperto di grammatica e semantica e premetto che sono comunque sfumature linguistiche ma credo che la parola “oppure” di un senso implicito di “in alternativa” (se non è X allora è Y) mentre la congiunzione “o” trasmette un senso di “X e/o Y”. Ad esempio nella tua CTO per le 7 Leggi del Business dici:
<>
In questo caso la “o” mi sembra giusta perchè le due opzioni non sono del tutto alternative e autoescludenti e (se non fosse brutto da scrivere) ci starebbe bene anche e/o. Mentre nel caso di Posta Power secondo me starebbe meglio “oppure” perchè il caso del gratis è legato solo alla condizione in cui non si rispettino i primi due requisiti. In termini informatici sarebbe:
IF NOT ritiro in tempo AND consegna in tempo
THEN è gratis
Vabbeh… riflessioni di un tuo fan nel malcelato desiderio di aggiungere qualcosa a tutto quello che insegni tu 🙂
Sebastiano
Grazie per il feedback Sebastiano. Trovo corretto quello che dici e sensato. La scelta di “o” invece che “oppure” ricade semplicemente nell’usabilità totale del battlecry, che deve essere scritto, deve stare spesso entro determinati spazi, deve essere pronunciato nei video, negli audio ecc…
Oppure è una ottima soluzione. Diciamo che tutto pesato abbiamo dovuto ricorrere a un compromesso che funzionasse bene nella maggioranza dei casi. Ma è molto corretto quello che dici.
Beh in effetti se lo pronunci in un video c’è il tono della voce che con minime sfumature e pause trasmette il senso benissimo e se poi lo pronuncia Pino !! 🙂
Per iscritto invece io (per quel che conta) avrei messo:
” ritiriamo e consegniamo in tempo oppure è gratis ”
Comunque capisco benissimo il senso del “compromesso” di cui parli.
Grazie a te e resta sempre al TOP come sei !
Sebastiano
Le 2 frasi sparite erano
– Ritiriamo in tempo, consegniamo in tempo oppure è gratis
– Hai un business o ne vuoi costruire uno?
Ciao Frank,
Grande articolo come sempre.
Potrebbe essere una strategia da testare, approfittare dei giorni festivi in cui i concorrenti sono chiusi, per fare una”one time offer” per riscaldare i leads attirati dal front end e spingerli nel funnel di vendita?
Cosi da fidelizzare prima i potenziali clienti col nostro marketing e impedire ai concorrenti di copiare la strategia se decidono all improvviso di aprire anche loro per fare sconti a caso.
Ciao e al prossimo articolo.
Norman non ho capito bene quello che intendi. Di base non mi preoccuperei troppo di “cosa fa la concorrenza” sennò vivi nella paranoia.
Devi imparare ad avere un piano di marketing che “faccia finta che” i tuoi concorrenti siano dei geni del marketing, per poi eseguirlo tutto l’anno a tutta forza.
Niente paranoie del tipo “ma se mi copiano” ecc… altrimenti non fai mai niente per paura di sbagliare, essere “copiato” ecc…
Pensa di essere in USA. Tutti stanno aperti 24/7, 365 giorni l’anno. Cosa faresti?
Ecco, fai la stessa cosa in Italia e vinci per forza 🙂
Ciao Frank,
Intendevo chiedere se fosse una valida strategia creare una one time offer , offrendo un prodotto o servizio ad alto prezzo con un forte sconto apposta per i nuovi leads portati dal front end , solo nei periodi in cui i concorrenti normalmente sono chiusi.
Lo sconto sarebbe calcolato in base al life time value del cliente, per rientrare del costo di acquisizione e reinvestire subito in marketing a risposta diretta , inoltre potrebbe essere un mezzo per richiedere dei testimonials.
Spero di essermi spiegato meglio.
Ciao.
Norman ho capito ora. Ti ribadisco quello che ti ho detto sopra. Non è una buona strategia se si basa sulla speranza che i concorrenti siano chiusi. O meglio, devi avere un piano di attacco per tutto l’anno, non cercare “il trucchetto” per portare via clienti alla concorrenza.
Ragiona così: “Se i miei concorrenti fossero sempre aperti 365 giorni l’anno comprese le feste comandate, come imposterei il mio marketing?”
Datti una risposta a questa domanda, che è la domanda giusta.
La domanda “Ha senso fare offerte per quando i miei concorrenti sono chiusi?” è la domanda sbagliata.
Grazie della risposta,
Comunque non la intendevo come “trucchetto” per rubare clienti alla concorrenza , e sicuramente non ci costruirei il marketing intorno ; mi chiedevo semplicemente se potesse essere uno strumento utile da testare all interno del contesto descritto nell articolo.
Tutto qua,
Ciao e al prossimo articolo!
Buon articolo! Complimenti
Grazie Dr.Frederik XD
Ciao Frank,
Articolo ecceziunale veramente!
Hai condensato in pochissime frasi quello che hai spiegato (con mille casi pratici e assolutamente nel concreto) a VVX.
Secondo te può aver senso utilizzare come back end un servizio sotto forma di abbonamento (sono in trip da “Cliente automatico” di Warrillow!).
Front end = servizio o prodotto una tantum.
Back end = abbonamento
Grazie mille
Ciao Cris,
la risposta è “dipende”. Certamente creare un servizio in abbonamento crea stabilità per il tuo business. Non è detto che in tutti i casi sia la prima cosa da fare perchè non in tutti i settori è la cosa più immediata da “digerire” per i clienti. Soprattutto se devi fare cassa e non hai soldi nè tempo da buttare prima che il pubblico digerisca la tua idea.
Molto semplicemente sei il numero 1. Non esiste nessuno che possa farti concorrenza perché il tuo valore assoluto è 700.000 volte superiore all’Unione di tutti gli altri che cercano di fare ciò che fai tu.
Ti stavo pensando in questi giorni, quando mi ha chiamato Roberta e si è dispiaciuta del fatto che non possa venire a marketing merenda per impegni enormi già presi. Ma quando ha sentito quanto studio da te mi ha detto:”sento che parteciperai, tu verrai certamente ai suoi corsi”. Ed è così.
Non voglio essere stronzo come te, io non me lo posso permettere come dici sempre tu. Preparato quanto te? Basterebbe un centesimo di ciò che sai e applicarlo nel mio campo, il teatro è la distribuzione cinematografica, per fare ciò che nessuno fa in Italia.
Ancora grazie, sempre e comunque.
E ora trattami male per quanto ho detto. Non mi offendo con te.
Ciao Maestro!
Beh magari un centesimo no ma con un po’ di impegno si possono fare grandi cose.
A presto allora! 😀
Ciao Frank ,non ti conosco di persona ma sappi che negli anni son passato dall’ odiarti per il linguaggio diretto che usi ( capisco oggi che mi avevi “stanato” con i tuoi articoli) a desiderare una tua mail, un tuo suggerimento, una tua chicca. Sono un fisioterapista e mi hai risolto un grandissimo problema : le oscillazioni di fatturato . Oggi sono io che decido se spingere o rallentare. Grazie per il tuo contributo all’umanità , mi auguro che tu possa ottenere tutto ció che desideri, grazie Frank
Grazie a te Marco. Vedi che poi non sono così brutto e cattivo come mi dipingono 🙂
Ciao Frank!
Da quando ti leggo sto rivoluzionando tutto quel poco che avevo studiato sul marketing.
Ho intenzione di aprire una nuova azienda che faccia produrre da terzi rimedi vegetali per rivendere online a marchio personale. Considera un formato da 10-20 ml per un prezzo medio di €. 20 cadauno.
Vorrei gentilmente un tuo chiarimento sull’assioma un prodotto = un marchio, per evitare di prenderla subito in quel posto entrando nel mercato col piede sbagliato 🙂
Pe ora mi sto focalizzando su quattro – cinque macroaree di problematiche che tali proditti possono risolvere (da definire meglio in base ad un analisi di mercato che ancora non ho fatto per individuare la nicchia più profittevole in termini di domanda). Se decidessi, ad esempio, di vendere un prodotto che fa bene per la caduta dei capelli, uno per il mal di gola e uno contro lo stress, ognuno di essi dovrebbe avere un marchio proprio (e quindi un packaging differenziato) oppure potrei fare dei pacchetti dedicati di 2-3 pezzi ciascuno (es. pacchetto mal di gola pezzi, pacchetto caduta capelli, pacchetto antistress) utilizzando un unico brand oppure brandizzare una linea (di più prodotti differenti) per ciascun pacchetto?
P.S. Vorrei anche mettere su un blog e sto aspettando l’uscita di blogvendita 4.0, quando esce? 🙂
Ciao Frank
Samuele ciao,
un prodotto per il mal di gola non può ovviamente essere venduto con lo stesso brand di uno per la caduta dei capelli. Pensavo fosse evidente ma se non ti era ancora chiaro hai fatto bene a chiedere.
Per BlogVendita 4.0 scrivi a info@blogvendita.com 🙂
Ciao!
Altra grande lezione (2017 appena iniziato..!!). Proprio oggi pensavo ai tuoi insegnamenti mentre girovagavo per Playa Blanca (isola Lanzarote) : una serie infinita di locali tutti identici ‘acchiappaturisti’ (turismo prettamente nordeuropeo).. unica differenziazione il prezzo….come differenziarsi? , Ci ha pensato un differente ristoratore italiano (..ma dai..?!) che propone solo primi piatti preparati con della pasta fatta in casa (molto focalizzato). Grazie Frank: prima di studiare i tuoi blog + tuo libro + libri di Al Ríes non l’avrei notato.
Suerte.
Eh lo so, dopo un pochino ci fai l’occhio e poi diventa la norma. Il problema è che non ti godi più niente perchè cominci a scansionare tutto con l’occhio da “marketer” 🙂
Hai totalmente ragione: anche un semplice pranzo in un ristorantino sulla marina impone un ‘..think As Frank..’ (.. e comunque sto valutando di aprire del business in quel di Lanzarote seguendo rigorosamente i tuoi dettami..). Muchas gracias por todos.
buondì frank…
ti seguo sul blog…
ed ho già comprato i tuoi libri…!!!
a breve distribuirò prodotti ed accessori per acconciatori…
e vorrò passare alla storia PER ESSERE IL MIO FORNIOTRE E’ DIFFERENTE…!!!
ho bisogno del tuo aiuto…!!!
2017 giorni di felicità…
Ciao Cetty, a presto e auguri anche a te.
Ciao Frank ho stampato l’articolo, l’ho studiato… inutile dirti che sono nate 5 perle.
Grazie! Buon 2017!
Ci vediamo presto✌
Tanta roba. Grande Arcangelo!
Ciao Frank, grazie della risposta!
Ti vorrei anche chiedere quanto è importante un’accurata analisi di mercato per pianificare un model business e c’è qualche accorgimento particolare per farla nel miglior modo possibile?
Samuele
Samuele ciao,
non ci sono accorgimenti particolari quanto proprio “saperla fare”. E’ uno dei servizi fondamentali di Snyffo